Ad oggi, vincolare l’accesso all’assemblea di condominio alla verifica del green pass dei partecipanti, NON è una buona idea.

Se da un lato la verifica del green pass aumenterebbe la sicurezza di tutti i partecipanti almeno sotto il profilo sanitario, sotto il profilo privacy si rischia la sanzione, poichè il trattamento dei dati (la lettura del green pass) non è supportata da un’idonea base di liceità.

L’art. 6 del GDPR 2016/679 richiede che ogni trattamento verta su una idonea base di liceità: in questo caso servirebbe il supporto della legge, ossia un obbligo, che ad oggi non c’è.

Quindi NON è possibile vincolare l’accesso all’assemblea solo ai possessori del green pass: non essendo previsto un obbligo di legge, non solo il trattamento dei dati sarebbe illecito (e quindi sanzionabile), ma ad esempio, l’esclusione dall’assemblea di un avente diritto, renderebbe tutto annullabile, con conseguenze facilmente immaginabili.

Naturalmente, se il Governo decidesse di allargare le aree di impiego del green pass, potrebbero esserci delle modifiche.

Maggiori chiarimenti qui.