Nell corso dell’ultimo anno, anche a causa della pandemia che ci ha obbligato a fare uso di sistemi che consentono il lavoro a distanza o il controllo a distanza di PC e server (da Teamviewer, Anydesk ed i sistemi di Remote Desktop come VNC e RDP di Microsoft), gli attacchi ransomware andati a buon fine sono quadruplicati, secondo quanto riportato in una ricerca della società di sicurezza informatica FireEye.
Ed il trend è di crescita costante.
L’Italia si trova dietro a Regno Unito, Francia e Germania per numero di attacchi; i settori più colpiti sono il settore manifatturiero, gli studi legali e professionali, le catene di negozi e l’industria ingegneristica.
Da questo studio emerge una sostanziale impreparazione delle imprese italiane già denunciata nel 2018 anche dal Garante per la protezione dei dati personali, che evidentemente non hanno agito abbastanza velocemente per proteggersi.
L’unica strada per riuscire ad evitare i malanni che possono derivare da un aggressione cryptovirus è di svolgere una seria analisi dei rischi finalizzata alla ricerca delle corrette misure di sicurezza da adottare per evitare l’aggressione (ad esempio firewall ed antivirus) e le misure che possono mitigare le conseguenze negative come copie di sicurezza e piano di disaster recovery.