Non accenna a diminuire l’attenzione nei confronti di Whatsapp: dopo la modifica alle condizioni di servizio che implicano, almeno per i cittadini al di fuori della UE (per effetto delle regole introdotte dal GDPR UE 2016/679), la condivisione delle informazioni delle chat con le informazioni raccolte tramite Facebook, il Garante per le protezione dei dati personali ha emesso un comunicato per puntualizzare che i termini di servizio “sono poco chiari e intelligibili e devono essere valutati attentamente alla luce della disciplina in materia di privacy“.
Il Garante ha aggiunto che porterà la questione davanti allo European Data Protection Board, il consesso che riunisce i Garanti di tutti i paesi europei.
La motivazione è semplice: dall’informativa fornita agli utenti non è ” possibile, per gli utenti, evincere quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio.
Tale informativa non appare pertanto idonea a consentire agli utenti di Whatsapp la manifestazione di una volontà libera e consapevole“
Se l’informativa non è idonea, non può essere conforme al Regolamento, con le conseguenze che è facile immaginare, che secondo il Garante potrebbero essere anche prese d’urgenza.
Il comunicato del Garante è disponibile qui:
https://garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9519943